Perchè il digiuno velocizza la guarigione?

Perchè il digiuno velocizza la guarigione?

Il nostro corpo è un vero miracolo vivente, ogni cellula è intelligente e sa  esattamente cosa fare per portare guarigione dentro se stessa, tu devi solo comprendere come creare il miglior ambiente interno affinchè l’auto-guarigione avvenga e stimolarne tutti i processi.

Perchè il digiuno velocizza la guarigione?

Quando cominci un digiuno, si attivano due meccanismi principali che mettono in moto una potente energia di guarigione nel tuo corpo: 

il primo meccanismo importante che si attiva è la produzione di chetoni, essi vengono prodotti quando il tuo corpo inizia a produrre energia bruciando i grassi, perché ormai ha già bruciato tutti i carboidrati, ciò si attiva generalmente quando raggiungi circa 15h di digiuno. 

I chetoni prodotti, attivano vari processi di guarigione, ad esempio a livello cerebrale, vanno a riparare i neuroni danneggiati.

Il secondo meccanismo, che è estremamente importante per la guarigione,  è l’autofagia, sembra incredibile ma l’autofagia è uno stato naturale dentro le nostre cellule, si attiva sempre quando la glicemia si abbassa e il corpo produce chetoni. A questo punto le cellule, non ricevendo nutrimento dall’esterno, si attivano e cominciano a fare pulizia, ad usare il materiale degradato o di scarto che trovano all’interno di se stesse, con questo producono energia, creando un incredibile effetto di rinnovamento al loro interno!

Quindi l’autofagia è un meccanismo naturale così importante e potente che se riesci a comprenderlo pienamente, molte cose per te possono essere destinate a cambiare, a beneficio di una maggiore salute del tuo corpo.

Quando pensi all’autofagia, devi pensare alla capacità delle cellule di autoripararsi, autoguarirsi, ed il digiuno è sicuramente lo strumento più efficace per attivarla, anche se non l’unico.

Puoi stimolare l’autofagia attraverso l’intenso esercizio fisico, attraverso un profondo sonno ristoratore, ma quando stimoli l’autofagia attraverso il digiuno, il processo viene accelerato, migliorato e l’effetto è più profondo.

Quando pensiamo all’auto-guarigione l’autofagia è la VIA!

Attraverso di essa il corpo naturalmente entra in un processo di profonda detossificazione, auto-riparazione, rinnovamento cellulare, ferma la replicazione virale, permette la riparazione dei neuroni e tu “pensi” meglio.

A volte bastano così poche modifiche alle tue abitudini e il beneficio è così alto in salute e in maggiore benessere!

Come faccio a capire che le mie cellule sono in stato di autofagia? 

Non è possibile misurarla, ma più ricerche scientifiche sono concordi nel sostenere che si attiva dopo almeno 17h di digiuno. Più fai digiuni che attivano l’autofagia e più noterai che la tua pelle diventa più elastica, perché più ricca di collagene data dall’effetto di auto-riparazione cellulare, la cellulite sparisce perché è nei grassi che il tuo corpo immagazzina le tossine e in stato prolungato di autofagia avviene una profonda detossificazione.

Ma quanto devo digiunare per beneficiare degli effetti dell’autofagia?

Abbiamo già visto che ci vogliono almeno 17 ore di digiuno perché l’autofagia si attivi, poi più prolunghi le pause e maggiori saranno gli effetti e i benefici, ma puoi prolungarne gli effetti, ottimizzando ciò che andrai ad introdurre quando interrompi le pause di digiuno.

Se interrompi il digiuno con grassi buoni come avocado, MCT oil, burro di semi o di noci, ghee ecc., vai a stabilizzare la glicemia con effetto anche sulla riduzione dell’appetito, questo ti permetterà di allungare il processo di auto-guarigione prolungando lo stato di autofagia.

Tutto questo ti fa sentire bene e puoi mangiare qualcosa che ti permette di non sentire fame!

Un’altra regola importante e non superare  i 20 gr giornalieri di proteine che siano animali o non, perché questo ti farebbe uscire dallo stato di autofagia.

Inoltre ci sono cibi che stimolano l’autofagia e sarà bene usarli quando vuoi lavorare sull’auto-guarigione, una tazza di caffe bio al giorno o del tè verde, zenzero, ginseng, cannella, curcuma.

Funghi di ogni tipologia.

Una dieta ricca di spermidine, presenti in legumi come piselli, lenticchie, derivati della soya, germe di grano, cereali, patate, pere.

Oltre al cibo anche molti integratori possono stimolare l’autofagia come bergamotto, berberina, resveratrolo, MCT oil, omega 3

Come già detto anche l’intensa attività fisica, un sonno ristoratore stimolano l’autofagia.

Il digiuno insieme ad un sano stile di vita, sono sicuramente essenziali più di qualsiasi integratore.

Direi in conclusione che per le donne, in alcuni momenti particolari del nostro periodo ormonale, non è consigliato prolungare eccessivamente lo stato di digiuno o di autofagia, perchè un leggero rialzo glicemico è necessario per produrre gli estrogeni o il progesterone nella giusta fase ormonale.

Prevenire è meglio che curare

Prevenire è meglio che curare

La demenza non si chiama più demenza senile, non colpisce più solo le persone anziane, ma si chiama semplicemente demenza, perché si manifesta sempre più precocemente già in persone dai 30 anni in su, ci vogliono dai 10 ai 20 anni prima che si manifesti realmente come malattia, ecco perchè è fondamentale per tutti noi conoscere un po’ di più sul tema, imparare come possiamo allontanare questo spettro da noi stessi, dai nostri cari e da chiunque conosciamo, magari solamente acquisendo stili di vita sani.   

La demenza più comune è l’Alzheimer, una patologia che devasta profondamente, che fa perdere la capacità di pensare, di ricordare, di comunicare, di condurre la nostra vita così come la conosciamo, fa soffrire la persona affetta e chi gli sta vicino.

I sintomi più comuni sono:

  • Difficoltà a trovare le parole e non riuscire a ricordarle, difficoltà di comunicazione, cioè quando parlate ad una persona affetta da tale demenza, questa non pone attenzione o fate domande e vi risponde dopo 3 minuti, perché ha difficoltà a trovare le risposte da dare. (La difficoltà a trovare le parole o non ricordare può succedere anche per altre motivazioni più semplici, per esempio se non abbiamo dormito a sufficienza, per carenza di B12, ma tutto ciò non è legato all’Alzheimer).
  • Perdita di orientamento 
  • Perdita di olfatto
  • Stitichezza, è molto interessante vedere la forte connessione tra cervello ed intestini.
  • Cambio di personalità viene completamente alterata.
  • Cambio di umore dato a volte dalla frustrazione stessa del non riuscire a formulare certe parole o dal non ricordare certe cose, correggere una persona in questo stato, può far peggiorare la situazione.
  • Perdita di memoria recente.
  • Difficolta a risolvere problemi.
  • Perdita di presenza se li guardate negli occhi noterete che non ci sono, ma sono con la mente da qualche altra parte.
  • Continuano a ripetere gli stessi pensieri senza accorgersi che stanno ripetendosi, meglio non fateglielo notare e continuate la conversazione su qualche altra cosa.

Una ricerca effettuata nel 2016 sullo sviluppo dell’Alzheimer nelle persone, dava come causa le placche amiloidi presenti nel nostro cervello, ossia formazioni extracellulari costituite da una parte centrale in cui si accumula la proteina amiloide e una parte periferica in cui si depositano detriti neuronali.

Molti studi successivi si sono basati su questa ricerca, provando a sciogliere queste placche amiloidi in animali con demenza, ma senza riscontrare particolari benefici, inoltre è stato anche evidenziato che alcuni pazienti con placche amiloidi non soffrivano di Alzheimer, sembra perciò che questa teoria non sia corretta.  

Se non altro diciamo che questa teoria, non ha mai trovato una vera strada per affermarsi, soprattutto non ha portato risultati che aiutassero le persone affette dall’Alzheimer.

Cosa conosciamo riguardo agli effetti dell’Alzheimer?

  • Il cervello si restringe iniziando dall’ippocampo.
  • Sappiamo anche che le persone che manifestano l’Alzheimer sono sempre più giovani, ormai già persone di 45anni, ma anche alcuni di 30 anni ne soffrono.
  • Altra cosa, si è vista una correlazione tra iperinsulinemia, insulina resistenza e Alzheimer
  • Trattare le placche amiloidi non porta a risultati.

Nuove ricerche stanno portando speranza nel contrastare la malattia, una nuova teoria alternativa, definisce che la causa dell’Alzheimer sia dovuta a un problema di immagazzinamento del lisosoma.

Questi piccoli lisosomi sono le centrali di smaltimento dei rifiuti delle nostre cellule, al loro interno contengono enzimi in grado di distruggere i materiali da riciclare riducendoli nei loro elementi essenziali, utilizzati poi per costruire nuove componenti, facendo in modo che il corpo possa essere veramente efficiente e in grado di rinnovare o creare nuove cellule , tutto questo processo viene chiamato autofagia ed è una condizione in cui il corpo si ricicla.

Come detto questi organuli si occupano dello smaltimento dei rifiuti all’interno delle nostre cellule, ma nell’Alzheimer questa parte della cellula diventa disfunzionale, cioè le cellule non riescono a eliminare i rifiuti. 

Provate ad immaginare se dentro le nostre case, non riusciste più ad eliminare l’immondizia, la vostra casa diventerebbe un luogo invivibile e questo è ciò che accade anche ai nostri neuroni.

Ci sono studi che legano l’Alzheimer ai problemi di autofagia?

Sì, ci sono diversi studi che mostrano questo legame, ma ciò che è interessante è vedere che lo strumento più potente per stimolare l’autofagia è il digiuno e ci sono molte ricerche che evidenziano che il digiuno migliora l’Alzheimer.

Cosa possiamo fare in maniera naturale per migliorare la funzione dei lisosomi e dell’autofagia? 

Dobbiamo abbassare il glucosio ciò significa abbassare l’introduzione di carboidrati e evitare gli zuccheri (una dieta Chetogena sarebbe ottimale) attraverso ciò abbiamo la possibilità di stimolare l’autofagia.

Un effetto potente lo abbiamo attraverso il digiuno intermittente alternato a lunghi digiuni.

Secondo alcune ricerche curcumina, estratto di tè verde e altre erbe sono benefiche nell’attivare sia i lisosomi che l’autofagia.

Gli omega 3 hanno un effetto sull’autofagia.

Acidi a catena corta, ossia metaboliti batterici che svolgono un ruolo importante nel circuito comunicativo tra cervello e intestino, stimolano l’autofagia.

L’esercizio fisico è un modo significativo per indurre l’autofagia.

Il sonno è un forte attivatore dell’autofagia.

Preferire le crucifere nelle nostre tavole.

Usare l’olio extravergine di oliva.

Usare la terapia del caldo e del freddo.

Geni e Alzheimer

Ormai esistono molti test genetici per conoscere a quali mutazioni sono soggetti i nostri geni, tali test non indicano che avremo una specifica malattia, ma solo che abbiamo una debolezza in alcuni particolari geni ed essendone consapevoli possiamo intervenire e prevenire.  Se ad esempio abbiamo problemi con i geni che sono connessi con la demenza/Alzheimer, é bene sapere che ci sono azioni che possono aiutarci a controllare i nostri geni.

Che cosa possiamo fare adesso?

Cambiare la sorgente di energia da zuccheri a chetoni, il cervello ama i chetoni!  Digiuni di almeno 15h ci permettono di iniziare a produrre chetoni, unendo a ciò una dieta a basso contenuto di carboidrati, possiamo tenere stabili i livelli di zucchero nel sangue, entrambe le cose  si potenzieranno ed il corpo continuerà  a funzionare a chetoni dando supporto al nostro cervello, aiutandolo a ripararsi, a migliorare le connessioni neuronali. Portando nutrimento a questi neuroni affamati, noteremo un immediato miglioramento delle loro funzioni.

Sarà importante indurre l’autofagia, condizione che spinge le cellule a fare pulizia dentro se stesse, riciclando i rifiuti e le proteine danneggiate, per fare ciò la via più potente sono digiuni di almeno 18h, meglio se alternati a digiuni più lunghi accompagnati da una dieta chetogena.

Integrazione di omega 3 attraverso la dieta o con integratori, ma facendo attenzione alla qualità, perché vogliamo evitare di introdurre metalli pesanti.

Ridurre i metalli pesanti scegliendo una dieta pulita, filtrando l’acqua che beviamo, evitando di prendere integratori sintetici che contengano la qualità di ferro sbagliata, (meglio prendere supplementi che si basano come origine da cibo o erbe).

Ci sono geni che hanno problemi con la metilazione. La metilazione del DNA è un meccanismo che, tramite il trasporto di sostanze, consente alle cellule di regolare l’espressione genetica e perciò di controllare i processi che sono alla base della vita. In questo caso sarà bene integrare un buon quantitativo di B12 e folati in forma naturale, perché migliorano la metilazione. Se non abbiamo una buona metilazione tenderemo ad accumulare metalli pesanti.

Ci sono molte medicine che come effetto collaterale creano perdita di memoria, sotto guida medica evitare quelle non strettamente necessarie.

Hericium erinaceus è un fungo medicinale anche noto come fungo della criniera di leone, fungo che ha proprietà rigenerative, molte persone con Alzheimer riferiscono immensi benefici attraverso l’uso di questo fungo, é stato anche dimostrato che estratti dal suo corpo fruttifero possiedono proprietà antiossidanti, antidiabetiche, antitumorali, antinfiammatorie, antimicrobiche, ipoglicemizzanti e proprietà ipolipidemiche.

Ci sono alcune vitamine che hanno un effetto diretto sui geni come la vitamina A (retinolo), la vitamina D che aiuta a ridurre l’infiammazione nel nostro cervello, la B1 soprattutto in forma naturale è tra le vitamine più importanti per l’ippocampo, la prima parte del cervello che viene danneggiata in caso di Alzheimer;  la vitamina C naturale, spesso i pazienti affetti da Alzheimer ne sono carenti, la vitamina E molto importante per quelle parti del cervello legate alla memoria e la vitamina K1 che troviamo in abbondanza nelle verdure a foglia verde scuro.

 

Come esseri umani ci stiamo sempre più allontanando dalla natura e dal suo equilibrio, non rispettandola non rispettiamo più noi stessi che siamo parte di essa, dobbiamo solo riscoprire che bastano pochi passi nella giusta direzione per ritrovare gioia, unione e guarigione.

La natura come madre amorevole è pronta ad accoglierci, dipende solo da noi fare lo sforzo di invertire la marcia e cominciare a volerci bene davvero.

Il digiuno, un’alimentazione equilibrata e ricca di principi nutritivi, l’altruismo, il senso di unione con gli altri, ma soprattutto con qualcosa di più grande, sono la vera svolta, l’unica direzione. 

Insieme è più facile anche se a volte sembra più complicato!

 

Link utili

Risultati che supportano il concetto che il coinvolgimento dei sistemi immunologici può essere importante nella patogenesi della malattia di Alzheimer.

La causa principale del morbo di Alzheimer e come PREVENIRE il declino cognitivo

La potenziale bomba di fabbricazione della ricerca minaccia la teoria dell’amiloide del morbo di Alzheimer

Esplorare la relazione bidirezionale tra autofagia e malattia di Alzheimer

Autofagia e malattia di Alzheimer

 

Digiuno un must per la tua pelle

Digiuno un must per la tua pelle

Tutto ciò che succede nella nostra pelle, è direttamente connesso a ciò che succede nei nostri intestini. La pelle è l’organo più esteso che abbiamo nel nostro corpo ed è una via secondaria, ma non meno importante di eliminazione delle tossine.

Se il nostro microbioma intestinale è in disequilibrio, modificherà anche ciò che succede alla nostra pelle, perché il microbioma della pelle comunica continuamente con il microbioma intestinale. Quindi la prima cosa da controllare quando la pelle ha dei problemi, è scoprire come stanno gli intestini.    

Perchè il digiuno è importante per la salute della pelle?  

Attraverso il digiuno, specialmente con pause di 24h e oltre, si attiva una importante produzione di cellule staminali, che portano guarigione e riparazione a livello delle cellule intestinali. Se pensiamo che un po’ della nostra acne o del nostro eczema, o rush cutaneo può avere qualcosa a che fare con i nostri intestini, allora implementare il digiuno di 24h è la cosa migliore che possiamo fare. 

L’aumento della produzione di cellule staminali è importante anche per riparare la nostra pelle o rallentarne l’invecchiamento.

3/5 giorni di digiuno attivano una massiva produzione di cellule staminali e sarà subito evidente che la pelle comincerà ad avere un aspetto diverso, veramente salutare.

Omega sì o no?

È importante sapere è che la pelle ha bisogno che gli omega 3/6/9 (grassi vegetali ad esempio 9 olio di oliva, 6 semi di zucca, girasole, sesamo, 3 semi di chia, avocado, semi di lino, la canapa ha un buon equilibrio di 6 e 3) siano bilanciati, ad esempio un aspetto che molti non conoscono, è che un eccesso di omega 6 nella nostra dieta giornaliera, cosa che succede spesso oggi giorno, si trasforma in sostanza infiammatoria nel nostro corpo appena c’è un leggero squilibrio glicemico, ma se abbiamo abbassato di molto l’introduzione di omega 6 e introduciamo attraverso integratori, una quantità massiva di omega 3, anche qui come risultato avremo più infiammazione. Perciò è importante introdurre  omega 3/6/9  in maniera equilibrata.

Il digiuno intermittente, può migliorare la tua pelle? 

È noto che tra le 15h e le 24h di digiuno si attiva una grande produzione di GH (ormone della crescita), in uno studio si è visto che un uomo che digiuna per 24h aumenta di 2000 volte il GH in circolo.

Molti cercano di introdurlo anche attraverso iniezioni o altro, ma non sono vie sagge, all’uomo basta digiunare in modo intermittente o per 24h e ha tutto il GH che gli serve; nella donna la produzione è inferiore rispetto all’uomo, ma rimane importante. 

L’aumento della produzione dell’ormone GH permette al nostro corpo di produrre più collagene a livello delle articolazioni, mantenendole più giovani e permettendo ai tendini di guarire più rapidamente dai traumi.

Eternamente giovani?

Per rallentare l’invecchiamento, il digiuno come stile di vita è assolutamente ciò che fa per voi.

Il digiuno rallenta il processo di invecchiamento della pelle, migliora la produzione di collagene, la produzione di antiossidanti, se poi a questo uniamo una dieta ricca di nutrienti provenienti da verdura e frutta, olii ricchi in omega 3/6/9 in formula bilanciata, ciò migliorerà di sicuro i nostri intestini e la nostra pelle.

La magia è mettere tutto insieme digiuno, sana alimentazione, giusta attività fisica, buona ossigenazione e a tutto ciò il nostro corpo risponderà meravigliosamente.

Ridurre le rughe?

Se state invecchiando e volete ridurre le rughe, la prima cosa da fare è migliorare la produzione di collagene, dopo i 30 anni la produzione di collagene comincia a ridursi. 

Ci sono molti modi per aumentare la produzione nel nostro corpo, ad esempio attraverso la nostra dieta, eliminando alcol, zucchero, cibo troppo trattato, ma anche scegliendo bene cosa introdurre, gli antiossidanti ad esempio ritardano il processo di invecchiamento contrastando la rottura delle fibre di collagene nella pelle.

Molti antiossidanti li troviamo nella frutta e nella verdura, con l’aumentare dell’età dovremmo fare attenzione a mantenere la glicemia stabile e per questo dovremmo usare più verdura cercando di variegare più possibile. 

Il digiuno resta il re!

Il digiuno per rallentare l’invecchiamento è uno strumento formidabile, ci aiuta facendo aumentare la produzione di collagene, molti studi scientifici hanno evidenziato che più a lungo si digiuna, più aumenta la produzione di collagene nel nostro corpo.

E gli antiossidanti?

Cosa importante è introdurre gli antiossidanti perché ritardano il processo di invecchiamento, (come detto prima) contrastando la rottura delle fibre di collagene nella pelle, ma è stato evidenziato anche che a 58h di digiuno il corpo produce una quantità incredibile di antiossidanti.

Anche la terapia con luce rossa può aiutare con la produzione di collagene, 10 minuti al giorno migliorano la produzione di collagene della nostra pelle, sono in vendita apparecchi che emanano luce rossa e si possono usare nelle zone dove vogliamo produrre più collagene, ad esempio dove abbiamo un eczema.

Altra cosa che si può fare per riparare le mucose degli intestini per chi mangia prodotti animali è il digiuno con il brodo d’ossa fatto per 1 o 3 giorni introducendo solo brodo d’ossa, andrà ad aiutare nella produzione di collagene e riparazione degli intestini, certo deve essere di provenienza biologica.

Ultima cosa da fare attenzione per il benessere della pelle e del nostro corpo in generale, è l’idratazione.

 

Link Utili per approfondire:

Antiossidanti che rallentano l’invecchiamento della pelle

Digiuno di 58H stimola la produzione di antiossidanti

GH e collagene

Digiuno e produzione GH 

 

Perchè desideriamo intensamente alcuni cibi?

Perchè desideriamo intensamente alcuni cibi?

Perchè desideriamo intensamente alcuni cibi?

Desideriamo il caffè, la pizza o le patatine, non possiamo vivere senza cappuccino e brioche? 

Abbiamo davvero scelto noi le nostre abitudini alimentari?

Gli scienziati sottolineano che i nostri microbi intestinali, noti come il nostro microbiota, hanno un ruolo importante in ciò che desideriamo.

Com’è possibile?

Se mangi sano, hai una forte energia e un ottimo umore, quindi sei già sulla giusta via per mantenere sano il tuo corpo, ma se desideri intensamente e non puoi fare a meno di cioccolato, formaggio, pizza ecc., c’è sicuramente qualcosa in disequilibrio nel tuo intestino e ti sarà molto utile questo articolo per scoprire di cosa si tratta.

Con il termine microbiota si fa riferimento a un complesso ecosistema di microrganismi, costituito principalmente da batteri, ma anche da virus e funghi, che vivono principalmente nel tratto gastrointestinale. Qui svolgono un ruolo importante in molte funzioni metaboliche, regolando diversi meccanismi biochimici e fisiologici garantendo salute e benessere.  La diversità delle specie batteriche e la ricchezza in microrganismi sono caratteristiche fondamentali per mantenere il microbiota sano.

In che modo i microbi influenzano le nostre voglie?

Ognuno di loro ha i propri appetiti: i lieviti desiderano lo zucchero, i Bacteroidetes amano i grassi, la Prevotella ama i carboidrati e i Bifidobatteri sono demoni delle fibre. Ognuno di loro ha il proprio metodo per chiedere il proprio pasto preferito, ad esempio aumentano il nostro desiderio per il cibo che amano modificando le nostre papille gustative, aumentando i recettori degli oppioidi e dei cannabinoidi e producendo neurotrasmettitori come la dopamina e la serotonina, rendendo la sfida intensa, perché la risposta al piacere si attiva ancor prima di introdurre lo specifico cibo, rendendo davvero difficile resistere.

Voglie e umore

Le voglie possono sembrare una cosa frivola di cui non preoccuparsi, ma le nostre preferenze alimentari sono strettamente legate al nostro stato mentale.  Un’alterazione nella composizione del microbiota intestinale (chiamata disbiosi intestinale) può attivare diversi  segnali alle cellule intestinali, portando alla sovra-produzione di sostanze infiammatorie che, oltre a causare lesioni intestinali, raggiungono il cervello attraverso la circolazione sanguigna, contribuendo allo sviluppo di disfunzioni cerebrali. 

Inoltre la disbiosi intestinale interferisce con la produzione di molti elementi importanti come acidi grassi a catena corta (che sono metaboliti batterici che svolgono un ruolo importante nel circuito comunicativo tra il cervello e l’intestino), neurotrasmettitori e ormoni intestinali, tutti fondamentali per la funzione cerebrale.

In molti studi è stato evidenziato che l’assenza di microrganismi nell’intestino influenza le funzioni cerebrali, che il trattamento con specifici microrganismi può modificare il comportamento, che gli antibiotici influenzano il sistema nervoso enterico (che è una rete nervosa che regola le funzioni motorie e secretorie del tratto gastrointestinale) e il cervello. 

Non solo, ma negli ultimi anni si è dimostrato che la composizione del microbiota intestinale può contribuire allo sviluppo di disturbi neurodegenerativi come il morbo di Alzheimer, disturbi dello spettro autistico, lesioni cerebrali, sclerosi multipla, morbo di Parkinson e ictus.  La caratteristica comune di queste malattie neurodegenerative è l’infiammazione cronica delle cellule neuronali che può portare alla loro morte. È stato visto che il microbiota può mandare segnali che possono influenzare la qualità del sonno, ma anche l’inverso, che disturbi del sonno influenzano la biodiversità del microbiota portando a squilibri intestinali, molto è stato scoperto, ma molto altro è in attesa di essere ancora confermato dalle ricerche scientifiche.

Resta certo che un microbiota ben nutrito ed equilibrato rappresenta una sana difesa contro i microrganismi cattivi, germi, virus ecc…, può ridurre l’ansia, migliorare l’umore può portare anche ad una migliore qualità del sonno a migliori prestazioni cognitive e comportamentali. Un intestino sbilanciato invece può farci evitare cibi sani e cercare il cibo spazzatura adorato da alcuni dei nostri batteri più egoisti, portandoci a sempre maggiore squilibrio.

Spesso abbiamo l’errata percezione di fare liberamente le nostre scelte alimentari, ma ora che sappiamo che non siamo poi così liberi, dobbiamo imparare a gestire i nostri microbi prima che ci facciano ammalare. È importante, non solo per il nostro corpo, ma anche per il nostro umore.

Cosa fare?

Il nostro microbiota intestinale si trasforma ogni mezz’ora circa, perché i batteri hanno un ciclo di vita breve. Quello che mangiamo cambia la composizione del nostro microbiota, alcune specie prosperano e altre appassiscono, a seconda di ciò che introduciamo. Il digiuno intermittente o ancor meglio dei digiuni più lunghi riportano rapidamente l’equilibrio negli intestini, ma è poi importantissimo approfittare di questo momento di riequilibrio per introdurre abitudini sane, alimentari e non, mantenendo più a lungo possibile i benefici.

Alcuni suggerimenti 

Aumenta la varietà nella tua dieta per aumentare la varietà nel tuo microbiota. La diversità impedisce a un microbo prepotente di dominare.

Mangia più fibre. Puoi cambiare il tuo microbiota durante la notte introducendo poche buone verdure ricche di fibre come broccoli e carciofi, anche se dovrai continuare a introdurre questi alimenti ogni giorno per stabilizzare un sano microbiota, ma man mano ti aiuteranno a desiderare cibi più sani.

Quando hai voglia di ciambella, scegli invece la frutta. Tendiamo a dimenticare quanto sia buona la frutta di fronte a prelibatezze da pasticceria. Potrebbe essere difficile inizialmente, ma una volta stabilito un microbiota più sano, diventa più facile.

Camminare per bilanciare i microbi, i ricercatori non sono sicuri del perché, ma funziona. Anche solo camminare per 15 minuti al giorno fa bene al tuo intestino.

Frequenta persone che hanno sane abitudini alimentari ciò ti aiuterà ad acquisirle a tua volta, le voglie sono contagiose. 

Tendiamo a identificarci con le nostre voglie, siamo amanti del cioccolato o mangiatori di pizza, ma sapendo quanto i nostri microbi influenzano le nostre voglie, dovrebbe rendere più facile superarle. Riprendiamo nelle nostre mani le redini della nostra salute, facendo scelte sagge e consapevoli, il cambiamento avviene dalla presa di responsabilità di ognuno di noi, sono sicura che noi tutti desideriamo essere una persona migliore.

Prendiamoci cura di noi stessi, per poterci prendere cura gli uni degli altri.

 

Link utili di ricerca sciantifica:

La fonte scioccante delle tue voglie

 

Infiammazione e digiuno quali legami

Infiammazione e digiuno quali legami

A ciascuno di noi è capitato almeno una volta nella vita di avere un problema infiammatorio acuto in qualche parte del nostro corpo, l’infiammazione ha sempre uno scopo ben preciso, ad esempio ripara le ferite; se ci sloghiamo una caviglia, questa si gonfia e si crea una forte infiammazione, l’allert infiammatorio del corpo richiama nella zona tutto ciò che serve per riparare l’area e attivare il processo di guarigione.

Inoltre l’infiammazione ci difende dalle infezioni di batteri, virus, microbi, agisce contenendo questi ospiti indesiderati, ad esempio nelle allergie da polveri o polline, il sistema immunitario crea muco per inglobare le particelle dannose.

L’Infiammazione nostra alleata a volte però può diventare negativa quando da acuta si trasforma in cronica, perché diventa un terreno fertile per molte malattie.

Come l’infiammazione da alleata diventa cronica?

Oggi nel mondo, il farmaco più usato è l’antinfiammatorio, perché?

La risposta è complessa e richiede una premessa, cerchiamo di scoprire almeno alcune delle cause nascoste che creano infiammazione.

Osservando la società in generale e i ritmi a cui sono sottoposte le persone, la prima cosa che emerge è il grande stato di stress sociale, economico, sanitario ecc.

Ma lo stress è poi così negativo?

Lo stress non nasce come evento completamente negativo, spesso ci permette di crescere, di sviluppare nuove idee, di trovare soluzioni ai nostri problemi, quando il nostro corpo è immerso in uno stato di stress, risponde producendo cortisolo, un ormone prodotto a livello delle surrenali, che ha proprietà antinfiammatorie, di fatto per risolvere l’infiammazione il farmaco che viene più usato è il cortisone, che è semplicemente una formulazione sintetica del cortisolo.

Quando però nel corpo abbiamo alti livelli di cortisolo, si va a creare una condizione chiamata resistenza al cortisolo, cioè i recettori riducono la loro regolazione per proteggere il corpo da un eccesso di cortisolo, creando una resistenza, possiamo per semplificare, immaginare i recettori come tante piccole porte con delle specifiche serrature, il cortisolo ha la chiave di queste serrature, ma la resistenza che si crea, impedisce alle chiavi di aprire le porte, rendendo inutilizzabile il cortisolo. 

Inoltre a causa dello stress cronico, la comunicazione tra recettori e surrenali diventa non efficace e quest’ultime continuano a produrre cortisolo, tutto questo crea nel corpo uno squilibrio, quindi avremo zone con eccesso di cortisolo e altre con carenza, entrambe danno gli stessi sintomi e portano a stati infiammatori cronici.

La resistenza al cortisolo è creata da: 

  • stati di stress cronico prolungato
  • stati di solitudine 
  • momenti di lutto
  • traumi vari
  • insonnia 
  • stress mentale (specialmente se non si scarica con un po’ di attività fisica).

Quando il nostro corpo perde il controllo della funzione del cortisolo, perdiamo il controllo anche del sistema immunitario, diventando più vulnerabili alle infezioni da virus, batteri, microbi ecc.

Accade però anche l’inverso, le infezioni croniche possono squilibrare il cortisolo mandando in stress le surrenali, in questo caso noteremo che dopo una terapia antibiotica torniamo a sentirci bene e lo stato infiammatorio sparisce. Quindi anche infezioni croniche date da squilibrio della flora batterica, possono causare stati di infiammazione cronica.

Un’altra causa che crea infiammazione cronica, è il consumo eccessivo di carboidrati specialmente se raffinati e una eccessiva frequenza di pasti durante la giornata, tutto questo crea una condizione in cui il corpo produce insulina in eccesso creando infiammazione, come abbiamo già visto per il cortisolo, si crea una resistenza all’insulina.

Cosa fare?

Dobbiamo mettere in atto delle strategie per ridurre l’infiammazione cronica; il digiuno lungo o il digiuno intermittente, sono strumenti molto utili per eliminare o ridurre l’infiammazione e in aggiunta  attivano processi di autoguarigione, il digiuno è un validissimo e salutare aiuto al nostro corpo, è alla portata di tutti e non ha costi, ma solo benefici.

Altro punto per ridurre l’infiammazione cronica è cercare di introdurre cibi naturali che riducono il rischio di infezioni croniche tipo aglio, probiotici, prebiotici, ecc. 

Dobbiamo cercare di fare tutto il possibile per uscire da situazioni croniche stressanti, dobbiamo cercare di dormire bene e abbastanza a lungo, fare lunghe passeggiate nella natura.

Inoltre c’è un ulteriore processo che vorrei condividere con voi, è semplice, ma è una grande e profonda verità che mi riporta spesso a pensare alla mia esperienza in India e a tutti gli insegnamenti, che sono poi gli insegnamenti di ogni percorso spirituale; per condividere questo processo uso nomi di sostanze che il nostro corpo naturalmente produce.

Nel nostro corpo esiste una catena di controllo ormonale, ossia estrogeni, progesterone e testosterone sono controllati dall’insulina, che a sua volta è controllata dal cortisolo, che a sua volta è controllato dall’ossitocina. Quindi l’ossitocina essendo l’apice della catena di comando, ha di fatto il controllo, su tutti gli ormoni successivi.

Che cos’è l’ossitocina e che funzione ha?

Nel 1906 si pensava che l’ossitocina fosse un ormone associato al legame sociale (empatia), alla riproduzione, al parto, all’allattamento e alla regolazione dell’appetito.

Nel 1963 sono iniziati gli studi sugli effetti metabolici dell’ossitocina, e si è visto che l’ossitocina migliora l’assorbimento del glucosio e l’utilizzo dei lipidi nel tessuto adiposo e muscolo scheletrico. 

Quindi se è nostro desiderio ridurre l’ormone dello stress cioè il cortisolo, se vogliamo che il nostro corpo sia più sensibile all’insulina, se vogliamo attivare processi di digiuno più o meno lunghi riducendo l’appetito e come conseguenza a tutto ciò riportare l’infiammazione da cronica ad alleata, dobbiamo solo comprendere come produrre più ossitocina.

Cosa ci aiuta a stimolare la produzione dell’ossitocina nel nostro corpo?

Ecco una lista di alcuni processi che ci aiutano a produrre ossitocina:

  • meditazione
  • yoga
  • musica/danza
  • massaggio (Sia farlo che riceverlo)
  • pet therapy
  • fare un regalo a qualcuno
  • trascorrere del tempo con amici che amiamo
  • fare qualcosa di carino per qualcuno
  • servizio disinteressato\ volontariato
  • lavoro sul respiro (Pranayama)
  • 8 abbracci di 10 secondi nelle 24 ore
  • rapporto sessuale con la persona amata
  • un giro sulle montagne russe\ paracadutismo
  • usare la parola Amore verso persone che amiamo
  • bagni caldi e freddi

Espandere il nostro cuore, essere più inclusivi, volerci davvero bene, trasformare noi stessi e di conseguenza il mondo in cui viviamo in un luogo piacevole dove vivere e sostenerci, tutto ciò ci aiuterebbe a vivere meglio e più in salute. 

Molti dei problemi della nostra società attuale arrivano semplicemente da una disconnessione prima con noi stessi e poi con tutto ciò che ci circonda.

Abbiamo puntato tutte le nostre risorse nel conquistare molte cose esterne, pensando che la gioia e l’appagamento ci arrivassero dall’ottenimento di queste sicurezze, siamo talmente dentro a questa rincorsa, che non ci ricordiamo più cosa ci fa veramente sentire bene e sicuri.

Non è facile frenare e cambiare direzione, ma è l’unica cosa saggia che possiamo fare per la nostra salute fisica e psichica.

Come abbiamo visto il nostro corpo è il primo in cui si riesce a vedere tutto ciò.

 

Link utili:

Effetti del digiuno

Parametri biochimici durante il digiuno